Sto sfogliando l’interessante e simpatico libro che l’autore Andrea Valente, incontrato al festival della Lettura per bambini di Modena, ha scritto insieme all’astronauta Umberto Guidoni, e cosa scopro?! Anche lui ha scomunicato Putone dalla mappa del Sistema Solare. Quoque tu, Valente! E c’è di più. Anche lui è caduto nell’errore di citare i nani trans-nettuniani come pianeti di classe inferiore (o plutoidi) nei quali include, appunto anche Plutone. I nani trans-nettuniani esistono, ma sono ben altra cosa! Sono, infatti, esseri piuttosto peculiari che vivono su Nettuno. Facile indovinare che sono di bassa statura, essi indossano abiti dai colori sgargianti, sfoggiano copricapi con piume o frutta ammonticchiata ed occhialoni da sole pieni di strass e assai sproporzionati, soprattutto considerando che Nettuno non è poi così vicino al Sole. A loro piace molto cantare in play-back e ballare enfatizzando molto i movimenti e le espressioni del volto. Viaggiano in gruppo su torpedoni spaziali superaccessoriati modello “Priscilla” facilmente riconoscibili perchè color rosa shocking. Sono molto gentili, cordiali e simpatici ma, francamente, un po’ troppo permalosi. Almeno questo sostiene Fausto, il cui cugino Jean Pierre, non sopporta che gli si facciano appunti sulla sua incipiente pinguedine e il trucco pesante. Jean Pierre è il cantante dei Petits Chats de la Reine, la cover band più in voga di Nettuno. Spero, nei prossimi giorni di trovare quel ritaglio di giornale che parlava della loro ultima tournée.

Abbiamo descritto Plutone come rivestito di erba alta e rigogliosa che protegge le creature che vivono tra i suoi alti fili e che produce un’atmosfera salubre ed incontaminata. Sarebbe riduttivo e difficile descrivere il pianeta senza immaginare di liberarci per un attimo di tutta questa verzura perciò, falciamo con la fantasia l’enorme prato e vediamo com’è fatto Plutone.

Per non dover fare troppi sforzi d’ingegno, ho disegnato una mappa bidimensionale con tutti i luoghi che, se capiterete da queste parti, dovrete visitare a tutti i costi.

Uno dei motivi che hanno causato la squalifica interplanetaria di Plutone è stata la sua forma poco rotonda, poco regolare. Il principale responsabile di questa deformità è il Monte Tatozzo (anche conosciuto come Vetta dello Zio Lello) che troneggia sulla sommità dell’emisfero settentrionale. E’ un altissima montagna (raggiunge gli 8,76 metri) la cui cima è ricoperta da nevi perenni e dove fa un freddo tremendo. Prende il suo nome dal grande esploratore e inventore che per primo la scalò, ritornando a valle scivolando su due cucchiai di legno legati ai piedi.

Da Monte Tatozzo hanno origine le Cascate Ross. Leggenda vuole che le cascate altro non siano che le lacrime di disperazione dell’assistente del geniale Zio Lello che, non riuscendo a governare i cucchiaini che l’eminente scienziato aveva applicato anche ai suoi piedi, finiva continuamente in burroni e crepacci, rimediando ferite e sconforto infiniti.

Le cascate originano il Fiume di Parole, il cui nome è anch’esso collegato alla leggenda dell’infelice assistente Ross. Il corso d’acqua scorre placido verso Sud-Est per gettarsi nel Mare di Guai, così chiamato perchè su Plutone nessuno è in grado di nuotare, neppure i pesci che, infatti, preferiscono risiedere sulla Collina del Pescatore che si trova a Sud-Ovest.

A Nord della collina, da circa 2 anni plutoniani (496 anni terrestri) si trova il Lago Migratore che, probabilmente, fra qualche tempo si troverà in qualche altra zona del corpo celeste. I ricercatori del Centro di Ricerca delle Attività Strampalate Acca (C.R.A.S.H. – l’acca non c’entra ma ci sta bene) ne stanno monitorando gli spostamenti, che avvengono generalmente durante la notte, per evitare che il Lago si muova verso Nord-Est e decida di prendere il posto della città di UliKikkiPoc, che è il principale centro abitato del pianeta. UliKikkiPoc è una metropoli di 42 abitanti, quasi tutti impiegati nelle coltivazioni di ciliegie sparse un po’ dappertutto e principale fonte di nutrimento della popolazione plutoniana. Partendo da destra, verso sinistra a UliKikkiPoc ci sono, oltre alle case degli abitanti, la Scuola di Partenza. il Municipio (quello in alto con il tetto arancione), la Scuola di Molto Superiore e l’Ospedale del Dottor Testagrossa.

Procedendo verso Ovest, si attraversa – ma sarebbe meglio non attraversare – il Bosco di Puppu. Si tratta di una fitta abetaia nella quale si aggira il mostro Puppu, temutissimo dagli abitanti di UliKikkiPoc per la fastidiosa abitudine di sorprendere le sue vittime mentre vagano solitarie tra gli alberi, mordicchiando loro le guanciotte a tradimento fino a farli spazientire e causando loro arrossamenti alla faccia a causa della folta barba ispida.

Ancora più ad Ovest si innalza la Montagna Celestina. E’ il luogo sacro di tutti i plutoniani. Percorrendo l’erta che porta alla vetta del monte, si incontra la caverna che, molti secoli addietro, ospitò il saggio Giopo IV, primo hsgrsologo di Plutone. Ancora oggi i suoi seguaci e i plutoniani comuni si recano alla grotta di Giopo per meditare e per chiedere consigli allo spirito che vi alberga.

Questa è, brevemente la geografia del pianeta. Se deciderete di visitarlo e non conoscete nessuno che vi possa ospitare, potrete alloggiare all’Hotel Centrale. E’ un po’ fuori mano ma è grazioso e ben tenuto. Se vi accontenterete delle stanze con vista-mare, vedrete che è anche molto conveniente. Non ci sono ristoranti o trattorie. Se vi imbatterete nella Pizzeria di Ninì, non lasciatevi ingannare. Ninì è il miglior pizzaiolo dell’Universo, ma è più scontroso della media dei plutoniani e cucina solo per sé stesso, curandosi di spalancare le finestre per lasciare che la fragranza delle sue pizze si diffonda in tutto il pianeta.

Ora che sapete quanto è vivo e quanto è bello Plutone, sarete curiosi di saperne di più dei suoi originali abitanti.

Dicevamo che gli astronomi terrestri hanno commesso un errore madornale nel considerare Plutone un inutile sasso spaziale e a degradarlo al rango di pianeta-nano. Sono propensa a confidare nella loro buona fede e a pensare che non l’abbiano fatto apposta. Sono cose che possono capitare se non si hanno gli strumenti giusti per scrutare le profondità dell’Universo. D’altra parte il pianeta (mi rifiuto categoricamente di definirlo in altri modi) è realmente il più piccolo del nostro sistema ed è posizionato giù in fondo, nelle retrovie, in coda a Mercurio, Venere, la Terra (eccoci qui), Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Non è facile osservarlo dalla Terra, un po’ per la distanza, un po’ per il gran traffico di orbite degli altri pianeti che gli passano davanti ogni due per tre. Ma la limitazione più grossa è rappresentata dai telescopi. I TELESCOPI TERRESTRI NON VANNO BENE! Sono giganteschi, potentissimi ed evolutissimi, ma non sono hsgrsologici

Va bene, spiego.

I telescopi , meglio conosciuti come “Lenticchie”, sono strumenti molto potenti dotati di lenti estremamente piccole (da cui il nome) e precise, nel senso che non sono lenti fabbricate per scrutare l’Universo e le Galassie nel loro insieme, ma per vedere un preciso corpo celeste. In pratica, con la Lenticchia per vedere la Terra, i plutoniani vedono solo la Terra, con la Lenticchia per vedere Plutone, si vede solo Plutone. Ma lo si vede incredibilmente bene, tanto da riuscire ad osservare Peppe Fragolini che toglie una macchia dalla carrozzeria della sua macchina.

Certamente, con una meraviglia del genere, gli astronomi terrestri avrebbero evitato l’errore e, a quest’ora, si sarebbero accorti che anche tutti gli altri 8 pianeti del sistema solare sono abitati. Altro che Rover, unicellulari e tracce d’acqua! Su Marte ci sono i marziani, su Venere ci sono i veneziani e così via. Ma ne parleremo più avanti.

Si chiamano Pongo, Fausto, Peto, Peppe e Ninì.

Li trovi nell’erba alta, nella quale si orientano benissimo e che a loro ricorda tanto il loro pianeta d’origine. Sono lunatici ma non vengono dalla luna. Sono capricciosi e litigiosi, chiacchieroni e saccenti ma, soprattutto, sono arrabbiatissimi.

Nel 2006, l’Unione Astronomica Internazionale ha declassato Plutone, degradandolo da NONO pianeta del nostro sistema solare a NON pianeta, planetoide, pianeta-nano.

Pare che abbiano scovato corpi celesti più meritevoli della definizione di pianeta, perchè Plutone non è né abbastanza grande, né abbastanza tondo e regolare per gli standard terrestri.

Gli astronomi lo hanno umiliato definendolo nulla di più che un detrito spaziale. Non hanno tenuto conto del fatto che Plutone ha addirittura tre piccole lune (anche loro leggermente informi e sgangherate) e che la sua superficie gibbosa e solo apparentemente arida brulica di vita. E che vita!

C’è da farsi venire il dubbio che gli astronomi terrestri non sappiano che su Plutone c’è vita…

Allora glielo dico io! Hei, C’E’ VITA SU PLUTONE!

Nel 2007 un’agguerrita delegazione di plutoniani è giunta sulla terra con il torpedone spaziale, con l’obiettivo di restituire al pianeta natio la dignità e il prestigio ingiustamente sottratti e per raccontare la storia di una civiltà antica e molto evoluta che prospera in pace ed allegria, leggendo molti romanzi, saggi e fumetti e mangiando ciliegie…

Da oggi racconterò la loro storia e il loro pensiero.